mercoledì 20 novembre 2013

D.


Attraverso la strada e non guardo mai nè a destra nè a sinistra. Non che non me l'abbiamo insegnato, anzi. 
La mano destra è quella con cui scrivi, a destra c'è la porta e anche il muro con appese le lettere dell'alfabeto, A come Ape, B come Birillo, C come Cane. A sinistra c'è la finestra e fuori dalla finestra c'è la strada e su quella strada, sempre a sinistra, c'è il papà di Paolo che di mestiere fa quello che aggiusta le macchine.
Comunque, io la strada, quando attraverso, non la guardo mai, anche se le maestre mi hanno insegnato e ancora mi ricordo. 
Quindi, finisce sempre che qualcuno mi tiri per il braccio.
Mi trattengono mentre loro controllano che si possa attraversare, poi dicono che sì, ok, si può. 
Tipo, l'altra sera è stata la mia coinquilina. Un po' prima era stato qualcun altro.
Ed è una cosa che in fondo, ma non l'ammetterò mai, mi piace. 
Mi piace pensare che, nonostante tutto, ci sia qualcuno che si preoccupi non di me ma per me.
Io penso che sia un gesto d'affetto puro. Incontaminato.
Perché le persone così mi danno lo spazio di essere fragile, di piangere un po', di essere distratta dalle luci, di pensare un po' meno.
Ultimamente cammino per strada e penso sempre che mi manca qualcuno che mi ripeta che sono brava.
Sono in equilibrio su questo filo e basta un niente perché io cada e mi faccia male. Mi guardo intorno e non c'è nessuno, eppure penso che basterebbe che ci fosse qualcuno a destra o a sinistra (che so riconoscere) a dire: "brava, continua! Un passo alla volta. Brava. Stai facendo bene, non ti fermare".
Mi sento come quelle ballerine da carillion che la gente carica, carica, carica e poi fa girare con  una musica insopportabile in sottofondo.
Con quel sorriso irritante sul volto.
Che vuol dire? Non lo so.
Non so un sacco di cose. A lezione ho scoperto che è un bene.
Mi faccio molte domande ultimamente e, di solito, le faccio a me stessa.
Mi hanno detto che restare è difficile tanto quanto andarsene. Stronzate.
Restare è comodo, è facile, è un modo per tenere a bada i sensi di colpa e accarezzare l'abitudine.
Andarsene è doloroso, straziante, liberatorio, bellissimo. In ordine, così come li ho scritti.
Lasciare a metà qualcosa non so com'è, non ne sono capace con i libri, con i film, con le serie tv, figuriamoci con le persone. Non so come facciate voi a sopportare questi rapporti intermittenti che si accendono e si spengono come le luci di Natale, che hanno già montato alla Coin vicino casa mia.
Ci sono, non ci sono, ci sono, non ci sono, ora sì, ora no, ora ti amo, ora forse non lo so.
Voi persone così siete assurde, egoiste, insopportabili.
E probabilmente, voi persone così, non capirete mai la dolcezza di qualcuno che si ferma per strada per controllare che non passino macchine o, che ne so, qualcuno che ha il doppio dei tuoi anni e potrebbe essere tuo padre, ma ti manda un sms al giorno per sapere come stai, se hai mangiato, se stai studiando.
Non capireste mai il bisogno di camminare su un filo lungo e in bilico solo per sentirsi dire brava, perché per voi sarebbe un modo per piangersi addosso e invece è solo bisogno di certezze e di presenza.
Ho molti dubbi in questo periodo, talmente tanti che ne dimentico un paio al giorno.
So quante kcal ha un Crispy Mcbacon, so che la mattina a lezione arrivo tardi anche se mi sveglio prestissimo, so che questa è la vita che voglio e so che sono felice di aver rischiato.
So che mia cugina mi ha comprato un rossetto fucsia perché secondo lei mi starebbe bene e io quando me l'ha detto mi sono sentita una bambina a cui regalano la prima trousse.
Ho dei dubbi sul PD, sul Papa, su Barbara D'Urso che con la faccia contrita intervista minorenni , sui miei punti neri, sulla gente che si sposa perché andarsene e lasciare tutto sarebbe troppo complicato, sul blu e il nero accoppiati insieme, su quelli che dicono che ti amano e poi la sera scopano un'altra, su quelli che dicevano "ti adoro" e poi ti trattano di merda.
Mi faccio molte domande, mi rispondo sorridendo, non mi piango addosso. Non piango proprio perché non mi ricordo più come si fa. C'è un bottone da qualche parte per attivare la lacrimazione?
Non dormo più.
Desidero qualcuno che rinunci al giubbotto per darlo a me perché ho freddo, che guardi le macchine che passano prima di farmi attraversare, che mi stringa forte tutte le notti che qui ci sono i tuoni che fanno tremare le finestre e io ho paura.
Desidero qualcuno che sappia esserci e che risponda alle mie domande.
Desidero che è un'altra bella parola che inizia per D.
Dubbi.
Desidero.
Dormo (speriamo).

(Sono quasi le 3. Il post non lo rileggo. Probabilmente non ha neanche senso.
Scusatemi.)

11 commenti:

  1. Il tuo post un senso ce l'ha. Un senso molto profondo che mi ha fatto sentire molto vicina a te perchè siamo fatte in maniera molto simile.
    Anche io sono un eterna distratta e ogni volta che qualcuno mi tira per non farmi finire sotto una macchina mi sento esattamente come te. Come l'altro giorno che camminavo con Mr Big e lui di scatto mi ha abbracciata da dietro per spostarmi perchè stava arrivando una macchina che non avevo minimamente visto. E' un gesto istintivo, protettivo, che ti fa sentire importante e al sicuro.
    Condivido il tuo pensiero sull'andare via. L'ho fatto molte volte. Sono andata via dal mio paese, dalla mia famiglia, da rapporti rovinati. Sono andata via a 20 anni e non mi sono più fermata. A volte però ci si ferma perchè andare via fa male, perché non sempre andare via è la soluzione più giusta per noi.
    Su chi dice ti adoro e poi ti tratta di merda non c'è molto spazio per i dubbi... ;)
    buona giornata piccola Emme :)

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  2. Sai che anche io non sopporto le intermittenze. Se nella mia vita ci sei ci devi essere sempre. Se non ci sei puoi non esserci mai. Tu non hai bisogno di qualcuno che ti dica brava, le persone sono spesso aride e taccagne quando si tratta di esternare la propria stima per qualcuno. Tu sei brava e lo devi sapere da te :)
    Riguardo al partire e al restare diomio quanto sono d'accordo con te... Che io vorrei proprio avercele le palle di partire.

    Bacio Emme

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  3. Come hai ragione. Restare è facile, è partire che è difficile...
    Ce l'ha, eccome se ce l'ha un senso il tuo post dettato dal l'insonnia. Dice talmente tanto di te, di come questa intermittenza di sentimenti ti stia stretta, dei tuoi bisogni, che farli uscire è già un passo enorme.
    Dice che ti fai D: Domande, che hai D: desideri...
    Io ci aggiungo D: destino...
    A volte ci credo ed altre penso che sia un'ipocrisia buonista, scegli tu dove metterlo.
    Ma io questa sensazione che tu sei sulla strada giusta, che qualcuno che ti afferri la mano quando stai per attraversale la strada distratta c'è...io questa sensazione proprio non riesco a scacciarla.

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  4. "Andarsene è doloroso, straziante, liberatorio, bellissimo" in quest'ordine, che poi continua con di nuovo liberatorio, di nuovo straziante, di nuovo doloroso. E così via. Perché non ti ci abitui, e tutto sommato è una forza enorme che tiene il serbatoio sempre pieno.
    Quasi come sentirsi dire 'brava'. :)

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  5. D. mi trattava come una tra le tante...e io avevo solo voglia di essere speciale. Ma volevo convincermi che solo essere nella sua vita era abbastanza per me, non importava come. Con D. ho sofferto molto ma sono stata anche felicissima. Adesso lui non c'è più nella mia vita e io non sono nella sua. Forse è giusto così, lui non mi avrebbe mai dato il giubbotto perchè avevo freddo e nemmeno avrebbe attraversato con me quella strada. Ma nonostante mi ripeta che era così che doveva andare, perchè io VOGLIO qualcuno che mi tenga stretta nelle notti con i temporali, è sempre dannatamente difficile andare avanti. Accidenti.

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  6. "Qualcuno" lo chiama stream of consciousness :D I post di questo genere sono quelli che preferisco. e' un po' come parlare a sè stessi con la speranza di ascoltarci anche! (io però poi non mi ascolto mai!)
    "Andarsene è doloroso, straziante, liberatorio, bellissimo...in quest'ordine"... quanta verità mia cara Emme!
    Spero che la tua avventura romana proceda bene e ti auguro che vada sempre sempre meglio!
    Un bacio!

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  7. Io quando attraverso guardo sempre a destra e a sinistra, anche due volte. Poi vedo la macchina e mi incammino lo stesso, ché mi dico che se mi tirano sotto e sopravvivo, poi mi devono pagare intera come se fossi una persona normale. Mica lo sanno che non è vero.
    PS: bel post. Bel post. Bello tutto. Quel restare e andarsene, metaforicamente parlando e non, poi. Sì.

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  8. ha più senso di quanto tu creda.
    tu continua a guardare avanti e non perdere di vista il punto d'attracco al di là di ogni strada che attraverserai, ché non ti mancheranno mai gli strattonatori. e quando non ti sentirai giudare, l'istinto di sopravvivenza lo farà per te e scoprirai l'ebbrezza della cautela.
    e poi inizierai tu a guardare e a tendere la mano per trattenere qualcun altro. fisiologico. sarà sopravvivenza anche questa a modo suo... anzi a modo tuo.

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  9. I rapporti intermittenti io li prendo per quello che sono, come quelle luci di Natale: attirano l'attenzione essendoci un pò sì un pò no, ma non scaldano. Sono decorazioni. Esistono persone decorative, spesso piuttosto pacchiane, come ornamento. Peggio è quando cercano di farti diventare quella lucetta intermittente, accendendoti a loro piacimento. Allora sono cavoli...

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