lunedì 16 giugno 2014

Azzurri

Gli occhi azzurri.
Azzurri come se fosse il primo cielo di primavera, come se fosse l'infinito.
Gli occhi azzurri come se fossero di una ragazzina che muove i primi passi nella vita, con i primi amori e i primi sorrisi. E invece no.
Sono le sue mani rugose a ricordarmi che solo quegli occhi azzurri sono rimasti giovani, è il letto d'ospedale, è la camicia da notte messa al contrario, è il fatto che per parlarmi ci mette un po' perché anche una frase richiede uno sforzo.
Mi tiene la mano e me la stringe, mi guarda fissa negli occhi.
"Si sempri bedda".
Grazie, le dico.
Ride come rideva sempre, prima di quel letto, di quella camicia da notte al contrario. Prima che succedesse tutto quello che è successo.
E io sono di nuovo piccola, una ragazzina in un vestito bianco e nero, con i capelli appena piastrati e la sto guardando come adesso.
Lei, però, è davanti la cucina e asciuga i piatti con una pezza. Mi guarda, ride: "Cchi ssì bedda".
Una scena che si ripete, in condizioni diverse.
Suo marito, dal lato opposto al mio, le accarezza l'altra mano, la bacia.
"Hai visto chi è venuto a trovarti?".
Ho visto, dice lei. Falla sede accanto a me, aggiunge.
Parliamo di come sta, di come vanno le cose, di quando tornerà ad alzarsi.
Sono stanca, mi dice.
Lui, suo marito, continua ad accarezzarle la mano. Dorme al suo fianco da 59 anni, anche adesso che non possono dormire nello stesso letto.
Dorme sul divano e la notte, se lei non riesce a dormire, la passano a parlare.
Anche del futuro.
Di come festeggeranno i 60 anni di matrimonio, per esempio. Del diamante che arriverà in regalo, del catering, del vestito.
"Non è che mi vuoi lasciare da solo?" gli dice lui.
Lei ride e dice solo che è stanca.
"Ma come mi alzo?".
Non ti preoccupare, gli dice lui, penso a tutto io.
"Devi solo metterti un poco in forze".
E lei, ci prova a mettersi in forza e ci prova a lottare, a mangiare, ad alzarsi.
Il suo corpo, però, è troppo stanco.
E io non lo so come si lotta contro un corpo stanco.
Anche se hai gli occhi giovani.