lunedì 28 luglio 2014

L'unico sogno che ho



Che cosa lo scrivo a fare che mi sento persa e senza un posto nel mondo? 
C'è bisogno davvero di scriverle queste cose?

Sentirsi a casa ovunque e da nessuna parte.
Sentirsi parte di qualcosa ma di niente in particolare.

Quest'anno non ho soffiato neanche una candelina, neanche un accendino acceso.
Che io, poi, in fondo, neanche ci tengo. 
E comunque, questo conto pari un po' non lo sopporto.

L'avere aspettative è una merda e io ogni volta dico che la smetto di aspettarmi qualcosa, un invito, una sorpresa, un sorriso, e dico che non pretendo niente e, in effetti, io non pretendo niente però ho quelle aspettative che poi finiscono sempre nel cesso. 
La mia vita è fatta di pensieri piccoli per la gente che ho intorno. 
Un messaggio, un cuore, un mazzo di fiori, una sorpresa, una lettera, un abbonamento premium a spotify, un treno preso al volo, un aereo prenotato qualche giorno prima, il piccolo principe illustrato e con dedica in prima pagina.
Solo che, a quanto pare, solo la mia vita è fatta di pensieri piccoli perché gli altri, la vita degli altri, è fatta di cose che io neanche so.
E io, dagli altri, la devo smettere di aspettarmi qualcosa.
Che ne so un cuore, un invito a cena, un esci fuori che sono qua davanti casa tua.

La vita in questo periodo in cui non ho un posto del mondo e faccio la vagabonda per l'Italia, zaino in spalla e reflex da qualche parte anche perché non è mia, mi sta insegnando che non devo fare domande ma pensare che nessuno ha voglia di stupire nessuno, che ciò che è importante per me non è detto che lo sia davvero.
Ho imparato che tutto si risolve dicendo: sono fatto così o non posso farci niente.
E non le uso le virgolette, o come si chiamano, che ci ho fatto una discussione che è durata una serata su quali sono le virgolette da utilizzare quando si deve citare qualcosa.

Mi sono rotta il cazzo.
Di me stessa, soprattutto.
Del senso d'inadeguatezza, delle aspettative, delle illusioni, dei sogni e delle speranze.

Ecco, io, in questo periodo, l'unico sogno che è ho è di rinascere con gli occhi verdi.
E vaffanculo al resto.

9 commenti:

  1. Trova la reflex e puntatela contro. Clic. Di che colore sono i tuoi occhi ora? Non lasciarli scolorire, bimba. Sono l'ubriachezza dei tuoi anni e il diario nella tua soffitta interiore.
    Mi sei mancata, sai?
    Non ti ho detto "esci fuori che sono qua davanti" (che le virgolette ok, ma vuoi mettere la scorrevolezza di un corsivo che non posso usare? Ma immaginalo...) però ero qui fuori da un po' ad aspettare che le tue parole facessero cucù.

    RispondiElimina
  2. E' un periodo di transizione, di vagabondaggio non nell'Italia ma dentro di sé.
    Stai cercando di ritrovare un equilibrio, ma se posso darti un consiglio, non costruirtelo: aspetta che avvenga in modo naturale.

    Moz-

    RispondiElimina
  3. Ti capisco. Mi sono rotta il cazzo delle aspettative disattese anche io. Impariamo a bastarci Emme :)

    RispondiElimina
  4. Di cazzate ne dicono tante, ma quella che "le cose piccole sono le più grandi" no, quella è vera. Eppure, proprio loro faticano ad arrivare, soprattutto da chi le aspetti.
    Però, nel Ben&Jerry ci sono i pezzi di biscotto.

    RispondiElimina
  5. Guardi, glielo dico con cognizione di causa e per esperienza personale. Anche con gli occhi verdi, non è che cambi granché. Solo che a me hanno rotto il cazzo gli altri. Forse la differenza è tutta lì.

    RispondiElimina
  6. Gli occhi scuri sono più belli, ecco.

    RispondiElimina
  7. Emme sembra di guardarmi allo specchio leggendo questo post. Mi sono rotta anche io...sabato parto e me ne vo al mare...chissà che a furia di guardarlo gli occhi non mi diventino blu deep blu

    RispondiElimina
  8. Ciao Emme..è un gran bel sogno. Io nel frattempo ho vissuto un po'un mio sogno che mi ha allontanato da blog e pagine scritte. E ora sono tornata coi piedi per terra. Stanchezza..ti capisco. Son così stanca che non vedo l'ora di tornare a lavoro.
    La coerenza, santa pazienza. Anche io di luglio :)

    RispondiElimina