domenica 9 settembre 2012

Principesse, giochi e vocine che ti salvano la vita!

Da bambina, mentre le amichette di scuola e del corso di danza sognavano di fare rispettivamente le maestre e le ballerine, io sognavo una vita da principessa.
Avevo già deciso tutto: avrei incontrato il principe William nell'adolescenza,  sarei stata alta e bellissima, ci saremmo innamorati follemente e lui alla fine mi avrebbe sposato. In pratica, avevo già deciso il nome dei nostri figli.
Il mio gioco preferito era simulare i pranzi della domenica tra Carlo e Diana, che naturalmente chiamavo per nome. Ah, qualche volta invitavo anche la Schiffer (che sempre nei miei piani futuri era una grande amica di famiglia).
I siparietti con mia zia, che si prestava a questi giochi, erano esilaranti: 
"Emme, ma poi quando sposi il principe, noi possiamo venire?!"
"Zia, io ti inviterei ma non lo so se ti fanno entrare. Poi i soldi per comprarti il vestito bello li hai?".
Lo so, ero un mostro di bambina.
Poi, con gli anni le cose sono cambiate e come è andata lo sappiamo tutti: io non sono alta e bellissima, Diana è morta e il Principe William adesso ha una consorte magra da fare schifo che non sono io.
Dalla bimba che sognava castelli e abiti da sposa modello Sissi, siamo passati alla fase indipendenza: "starò benissimo da sola, farò il magistrato alla procura di Palermo e seguirò le orme di Borsellino." (Se ve lo state chiedendo: no, non ho mai avuto progetti futuri che comprendessero lavori tipo pediatra, infermiera o maestra che vanno di gran moda tra le bambine!).
E mentre le mie amiche avevano i primi approcci con l'amore, cambiando il fidanzato con la stessa frequenza con cui si cambiano le scarpe, io le guardavo da lontano sognando la mia vita da "principessa del foro". Le amiche continuavano a dirmi che sarei stata il primo presidente della Repubblica donna e io un po' ci credevo.
Rifiutavo come la peste tutti quelli che tentavano un approccio e non c'era mai nessuno che m'interessasse davvero.
Una volta un tipo mi regalò un mazzo di rose rosse, io le guardai, sorrisi e le diedi alla mia amica: "Sono tue! Fanne ciò che vuoi!".
In compenso, ero diventata bravissima a evitare gli approcci amorosi. Appena fiutavo qualcosa, cominciavo a dire di essere innamorata di qualcun altro, non bene identificato, o raccontavo storie assurde che m'impedivano di proseguire la storia.
L' amicaGF utilizzava questo mio talento per scaricare anche i suoi ragazzi, cosa che succedeva spessissimo e ogni qual volta incontrava qualcuno che le interessava di più. Le mie scuse erano sempre ben articolate, di fantasia e dette da lei sembravano anche molto credibili.
Ero allergica alle cose pucciose, alle uscite mano nella mano, ai mezzi cuori e agli sms che iniziavano con "buon giorno raggio di sole!" (le poche volte che li ho ricevuti ho riso per giorni e non ho mai più sentito chi li aveva mandati!).
Solo che a un certo punto, allergica per quanto vuoi, uno che ti fa innamorare perdutamente lo trovi lo stesso. Uno con cui sogni matrimonio, figli e vacanze al mare. Che lo guardi negli occhi e pensi che vorresti che tua figlia (a cui hai già scelto nome, sport, hobby e carriera) li avesse uguali. Cominci a guardare le vetrine degli atelier da sposa e sogni il giorno in cui entrerai con tua madre e la testimone di nozze in lacrime. Immagini il giorno in cui tornerà stanco da lavoro e  gli farai trovare un ciuccio vicino al piatto della cena, te lo vedi in lacrime il giorno del parto. Lo sogni mentre insegna a figlio1 a sciare e a figlia2 a nuotare. E cose così.
E magari ci stai degli anni e vedi tutti i tuoi progetti andare in soffitta. Procuratore a Palermo? "Ma no, figuriamoci. Al massimo lavorerò in un ufficio e part-time, così lui fa carriera e io sto con i figli" (che non avete ancora, eh!). Le orme di Borsellino? "Ma chi, io? Naaa, meglio imparare a fare la pasta al forno e la crostata alla crema". A poco, a poco metti da parte te stessa per far spazio a qualcuno che non sei tu.
Un giorno, però, ti svegli e c'è nella tua testa una vocina che urla. "Volevi viaggiare, volevi fare grandi cose non le lasagne, volevi essere il presidente della repubblica non un'impiegata part-time. Come ci sei arrivata a questo punto?". Il più delle volte quando capita è già troppo tardi. Io, invece, ho avuto la fortuna di sentire la vocina ancora giovane e piena di belle speranze.
E questo è quello che succede dopo: Emme che voleva fare la principessa e poi ci ha ripensato.

3 commenti:

  1. E' davvero piacevole leggerti, Emme!
    e ti dirò che in molte cose che dici un po' mi rispecchio anche io! :)
    La parte in cui chiedi a tua Zia se ha i soldi per comprare un vestito bello mi ha fatta ridere non so per quanto tempo!

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  2. Ciao Emme,
    mi hai fatto ricordare con un sorriso una mia amica, pure lei molto Princess :-)
    Complimenti per il blog, se vuoi passare a dare un'occhiata, il mio è

    http://precariamentando.blogspot.it/

    B.

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    1. Grazie mille! :)
      Vado a dare un'occhiata al tuo blog con molto piacere!

      Emme

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