domenica 3 febbraio 2013

Cronistoria di una giornata felice


Chiamare le amiche di sempre e piangere a telefono.
Leggere frasi come "piangi fino a quando non hai finito le lacrime" e continuare a piangere, ma singhiozzando. Cercare di scrivere qualcosa che abbia un senso, non riuscirci e tornare a piangere. Rispondere con uno smile, che tu mi capisci o almeno spero.
Sentire il bisogno di un abbraccio, non uno a caso, quell'abbraccio.
Sentire che la mia gioia è condivisa dalle persone più importanti per me, di non essere sola, nonostante, negli ultimi mesi, ci sia un po' di vuoto intorno.
Ricordarsi che è giovedì. Leggere l'oroscopo d' Internazionale e sentirsi felici, confusi, impauriti ed emozionati. Per un oroscopo? Sì, anche per quello.
Uscire presto da casa come non facevo da anni. Stendersi su un prato e sentire il sole sulla pelle, a fine Gennaio. Parlare di un futuro che fa più paura di prima ma fa battere il cuore più forte.
Mangiare una torta con doppio strato di cioccolato e dimenticare, per una volta, l'ossessione della bilancia.
Guardare tua "nipote" che gioca con il tuo cane e pensare che queste saranno le cose che ti mancheranno di più in assoluto.
Parlare a telefono senza sapere perché il dito è andato proprio su quel nome e su quel tasto verde. Ridere e poi arrabbiarsi e poi di nuovo ridere. Pensare che prima o poi darò un nome anche a queste "emozioni".
Sentire che non sto più rincorrendo la vita: non è una corsa a chi arriva prima e taglia il traguardo.
Guardare quelle mure gialle e arancioni e pensare che, forse, non ne hai mai viste di così belle.
Cercare di imprimere nella memoria quelle scale, quel sole, quel vento, quell'odore, per portarlo con te per sempre.
Bere una birra fredda, in un pub affollato, augurandosi una "buona vita".
Raccontarmi le cose che mi hanno cambiato la vita e il punto di vista da cui la guardo: di quella volta che mi è tremata la terra da sotto i piedi, degli occhi della signora anziana seduta in libreria a Firenze, delle mani di Ale che non si cancellano neanche dopo mesi di sapone, di quel Pasolini che ha detto che non vogliamo essere giovani stanchi, di quel bambino biondo e quell'altro un po' più scuro che hanno un segreto che conoscono solo loro, di quella foto "rubata" che mi racconta talmente bene che quasi mi spaventa, di tutti quelli in arancione che mi hanno fatto capire quanto il concetto di stanchezza sia relativo, di quegli occhi profondi come un pozzo che ti fanno venir voglia di lanciare la monetina ed esprimere un desiderio.

E' un giovedì come un altro eppure è tutto così speciale che è difficile da descrivere.
A volte abbiamo solo bisogno di una spinta per capire cosa vogliamo fare, davvero, nella nostra vita. Questa volta per me, è stata una spinta di tante mani, tutte diverse.
Le ho prese e mi sono data la forza per combattere. Non voglio più rischiare di svegliarmi tra trent'anni con il rimorso di non averci provato.
Me l'hai insegnato tu, papà, cosa vuol dire passione. Mi hai insegnato che per la passione si può mettere da parte anche la razionalità. Quindi, non volermene se non sarò mai quello che sognavi.
Ho provato a essere perfetta così tante volte e quasi sempre ho fallito o esagerato.
Voglio l' amore: per le cose faccio, per me stessa, per la mia vita, per gli altri.
Voglio sapere cosa vuol dire svegliarsi la mattina con la consapevolezza di percorrere una strada che non è già stata battuta da altri. E' mia. E sarà dura, mi farà cadere chissà quante volte, mi maledirò e sarò incazzata con me stessa. Proseguirò quella strada con la fierezza che mi avete insegnato.
"Testa e collo in alto. E sorridi." mi hanno gridato per anni dentro una sala prove.
Andrò avanti per quella strada scoscesa e difficile, ringraziandomi e ringraziandovi per avermi fatto diventare quella che sono oggi.
Sto rinunciando all'agiatezza di una vita comoda ma il mio è un percorso senza ritorno, ormai. Ve l'avevo detto, volevo fare la principessa e poi ci ho ripensato.

E' un nuovo inizio. E' una nuova nascita. Io questo giovedì me lo voglio ricordare come il giorno della felicità assoluta, con le lacrime che mi rigavano il volto e mi "battezzavano" per la seconda volta.



7 commenti:

  1. Buona rinascita allora.
    È un post bellissimo.

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  2. ...in bocca al lupo si può dire o è troppo "usato" per un giorno così magnifico e nuovo? Sappi comunque che c'è del vero nella mia mano che ti spinge a vivere la tua vita a pieno, fallo anche un po' per chi come me non riesce ad avere lo stesso coraggio, camminando su strade già battute da altri.
    Un abbraccio!

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    1. Prendo la tua mano e la metto insieme alle altre. Che mi servano da sostegno per gli anni a venire.
      E che crepi questo lupo!!
      Sono certa che verrà il momento e anche tu avrai lo stesso coraggio. Basta volerlo! ;)

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  3. Che bello Emme, leggo tanta speranza, voglia di fare, di essere, di osare, di volare...non mi resta che augurarti anche io 'buona vita', le premesse mi pare ci siano tutte. :-)

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    1. Le premesse ci sono. Speriamo ci si riesca, anche!!!

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  4. cazpiooooo pensavo di averti ringraziata tempo fa! sono pessima :|
    in ogni caso, l'ho appena rifatto anche io sul mio blog se vuoi dare un'occhiata :D

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