giovedì 18 dicembre 2014

Aspetto

L'acqua che bolle. 
Aspetto che si riscaldi, la verso nella tazza, quella blu che ho comprato all'ikea appena arrivata a Roma, ci metto dentro una bustina di tè alla vaniglia. 
Aspetto. 
Mangio un biscotto.
Aspetto.
Mi siedo sul letto con le gambe incrociate.
Aspetto.
Sento che il mondo fuori può andare dalla parte che vuole, non m'interessa.
E possono dire quello che vogliono, pensare il peggio di me, pensare il meglio o non pensare affatto. 
Guardo l'acqua colorarsi di tè. La stanza odora di vaniglia e di mela verde. 
Aspetto.
Sì, non ho paura di niente. Non oggi, non ora. 
Sono qui, mi vedete? E sorrido di voi e di me, sorrido dei miei dolori e della vostra pochezza.
Mi sento innamorata e idiota.
E lui probabilmente si sente solo idiota. 
Non m'importa. 
Mi sento di non valere niente.
Mi sento di essere capace di tutto.
Mi sento.

"Perché hai compreso che non c'è posto 
per lamentarsi delle avversità 
e solo l'aria ci salverà, 
una casa in campagna, una tazza di tè, 
un letto grande e tutte le mele che vuoi."
Lo stato sociale
Io, te e Carlo Marx